MAGINI, Giovanni Antonio (1555-1617). Italia. Bologna, a spese dell’autore (Sebastiano Bonomi), 1620.
PRIMA EDIZIONE, pubblicata postuma per le cure del figlio Fabio e da questi dedicata a Ferdinando Gonzaga, del primo atlante geografico italiano.
Il lungo e faticoso lavoro di raccolta, revisione e disegno delle carte, in gran parte originali, occupò gli ultimi vent’anni di vita dell’autore. Una seconda edizione, del tutto identica alla prima (anche nella data sul frontespizio), fu data da Clemente Ferroni nel 1630.
Le carte del Magini rimasero insuperate per oltre un secolo ed esercitarono una grande influenza, venendo più volte copiate e con traffatte, sia in Italia che all’estero. L’atlante si compone di una carta dell’Italia e di sessanta carte regionali, secondo i confini dei singoli stati d’allora, ed è corredato dalla nomenclatura e da note storiche.
Magini riuscì brillantemente a raccordare le migliori carte disponibili (quelle di G. Gastaldi, G. Mercatore e A. Ortelius) con i dati da lui raccolti personalmente o ricevuti da informatori locali. Il progresso maggiore si ebbe nella descrizione dell’Italia meridionale, che migliorò di molto le precedenti raffigurazioni.
Giovanni Antonio Magini, nato a Padova, si laureò in filosofia a Bologna nel 1579. Nove anni dopo assunse la cattedra di matematica presso la medesima università, venendo preferito a G. Galilei. Nell’insegnamento alternò letture su Euclide a lezioni di carattere astronomico e astrologico.
Tolemaico convinto, respinse le teorie copernicane. Abile nel calcolo, produsse effemeridi che rimasero valide per molto tempo. Le sue opere di matematica ebbero un carattere principalmente pratico. Nel 1609 introdusse nuovi termini nelle tavole trigonometriche, che furono in seguito adottati da Bonaventura Cavalieri, suo successore nella cattedra bolognese.
Come geografo e cartografo pubblicò anche un commentario alla geografia di Tolomeo. Morì a Bologna l’11 febbraio del 1617 prima di poter terminare il suo opus magnum. I manoscritti del Magini, contenenti i progetti di varie opere, furono confiscati dall’Inquisizione e andarono dispersi.
Descrizione fisica. Un volume in folio di pp. (8), 24 e (61) tavole incise in rame, di cui 59 a doppia pagina e 2 a piena pagina. Le carte preliminari comprendono un bel frontespizio calcografico firmato da Oliviero Gatti. Nella ristampa del Ferroni fu aggiunto un ritratto dell’autore a piena pagina fuori testo, inciso in rame da Jérôme David nel 1632.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010