FILANGIERI, Gaetano (1752-1788). La scienza della legislazione. Napoli, Stamperia Raimondiana, 1780-1791.
PRIMA EDIZIONE di questa opera monumentale che rappresenta uno dei vertici del pensiero illuministico italiano. Tradotta in tedesco, inglese e francese, essa fu più volte ristampata, riscuotendo notevole successo.
Dei sette libri previsti, Filangieri portò a termine solamente i primi cinque. Il primo e il secondo apparvero nel 1780, il terzo nel 1783, il quarto nel 1785, mentre l’ultimo uscì postumo nel 1791. L’autore non si interessò mai personalmente delle operazioni di stampa.
Accolta con entusiasmo da P. Verri, G.R. Carli e B. Franklin, La scienza della legislazione non ricevette altrettanti applausi da parte delle autorità del Regno. Attaccata dai conservatori, essa fu condannata dal clero e messa all’Indice nel 1784.
Dopo aver tessuto un’apologia del pacifismo ed elogiato il pensiero filosofico dell’illuminismo (in particolare la fondamentale importanza data alla certezza della legge da parte di Montesquieu), l’autore tratta di scienza del diritto e di tecnica legale. Discute quindi della situazione politica internazionale, offrendo un vasto affresco della scena europea, e individua nel baronaggio e nella grande proprietà ecclesiastica le cause dell’arretratezza del Regno di Napoli.
Il terzo e il quarto libro sono rispettivamente dedicati alle normative del diritto penale (Filangieri si schiera a favore della pena di morte, considerata a volte di grande utilità) e al progetto di riforma scolastica dell’autore, la quale, finanziata con una parte dei fonti solitamente stanziati per l’esercito, avrebbe dovuto fornire un’istruzione libera e gratuita per tutti.
L’ultimo libro della Scienza della legislazione, nel tentativo di trovare una via mediana tra religione tradizionale e materialismo, tra superstizione e ragione, riprende molti dei temi misterico-esoterici che erano stati propri della “Prisca teologia” di ascendenza ficiniana, rivedendoli alla luce dei culti isiaci che tanto affascinavano i massoni del tempo.
Gaetano Filangieri nacque a Napoli da una famiglia di nobili origini. Lo zio Serafino, che esercitò una forte influenza sul nipote, reggeva la cattedra di fisica sperimentale nell’università partenopea. Benché giudicasse la nobiltà come inutile ed oziosa, sin da bambino Filangieri fu avviato alla classica carriera nobiliare, che prevedeva cariche nominali nell’esercito e a corte.
Nel 1773 si recò a Palermo in uno dei rari viaggi che compì nella sua vita. L’anno successivo pubblicò la sua prima opera, Riflessioni politiche su l’ultima legge del sovrano, nella quale sosteneva con entusiasmo l’iniziativa del ministro riformatore B. Tanucci che imponeva l’esposizione scritta delle sentenze dei tribunali del Regno.
Negli anni seguenti aderì alla massoneria e sostenne con entusiasmo la causa della Rivoluzione americana. Nel 1783 abbandonò la carriera militare e si ritirò a studiare e a scrivere in una villa di Cava dei Tirreni, nella quale nel 1785 incontrò Goethe in viaggio per l’Italia e il giovane esponente della massoneria tedesca F. Münster, che lo mise in contatto con gli illuminati bavaresi.
In seguito al ritorno a Napoli del viceré D. Caracciolo, si aprirono per il Filangieri nuove prospettive in politica. Decise allora di rientrare a Napoli e nel 1787 fu chiamato nel Supremo Consiglio di Finanza. Una morte premura lo colse tuttavia a Vico Equense nel 1788.
Descrizione fisica. Otto volumi in 8vo. Libro primo e secondo (1780): pp. (2), 276, (2) + pp. (2), 410, (4); Libro terzo, parte I e II (1783): pp. (4), 408, (2) + pp. (4), 548, (2); Libro quarto, parte I.1, I.2 e II (1785): pp. (4), 192 + pp. (4), 250, (2) + (2), 184; Libro quinto (Filippo Raimondi, 1791): pp. (8), 305, (4). La stampa della Scienza della legislazione fu condotta dal tipografo Giuseppe Raimondi per conto del libraio-editore Gabriele Stasi, al quale, dopo la morte del Filangieri, la moglie Carolina Frendel vendette il privilegio dell’opera del marito. L’ultimo libro, di cui erano stati composti soltanto i primi otto capitoli, fu dunque edito per iniziativa dello Stasi.
F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010