Classici Italiani
La prima farmacopea pubblica italiana - 1498

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

La prima farmacopea pubblica italiana - 1498

Nuovo RECEPTARIO composto dal famosissimo Chollegio degli eximii doctori della arte et medicina della inclita cipta di Firenze. (Firenze, Compagnia del Drago ad istanza dei Consoli dell’Università degli Speziali, 21 gennaio 1498).

 

PRIMA EDIZIONE della prima farmacopea pubblica italiana.

A differenza dei precedenti antidotari (Mesue, Niccolò Salernitano, Niccolò Alessandrino, Arnaldo di Villanova, ecc.), che furono redatti da singoli autori, attingendo come fonti agli scritti di Dioscoride, Galeno, Serapione ed Avicenna, e che solo in alcuni casi furono adottati come testi ufficiali dalle autorità, il Ricettario fiorentino fu composto per pubblica utilità dal Collegio dei medici su esplicita richiesta dei Consoli dell’Università degli Speziali. Il proemio dell’opera avverte infatti che all’epoca circolavano per Firenze numerosi ricettari, i quali per la loro scorrettezza costituivano un pericolo per la salute degli infermi.

Il Nuovo receptario, indirizzato ai medici e ai farmacisti, si compone di tre libri. Il primo riguarda la farmacia (luogo più propizio per aprire una bottega da speziale; libri indispensabili per la consultazione e l’immediata preparazione delle ricette; quali semplici raccogliere a seconda del periodo dell’anno e come conservarli; ecc.), mentre il secondo e il terzo spiegano in dettaglio la preparazione dei vari tipi di medicamenti (olii, sciroppi, unguenti, impiastri, elettuari, collirii, ecc.) e forniscono i pesi e le misure delle principali città italiane e quelli arabi.

Il Ricettario fiorentino fu ristampato nel 1550 da Lorenzo Torrentino senza nessuna sostanziale differenza. Nel 1567 il duca scelse invece dodici persone appartenenti al corpo dei medici e degli speziali della città e le incaricò di emendare il testo da ogni errore e completarlo con nuove ricette. La nuova edizione, stampata dai Giunti con un bellissimo titolo inciso, fu presa a modello dagli Accademici della Crusca per il loro vocabolario e divenne il testo base di tutte le successive ristampe.

 

Descrizione fisica. Un volume in folio piccolo di cc. 88 non numerate. Le carte 18, 26 e 88 sono bianche. Testo stampato su due colonne.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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