Italian Classics
La concezione politica di Savonarola - 1498

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

La concezione politica di Savonarola - 1498

SAVONAROLA, Girolamo (1452-1498). Trattato circa il reggimento e governo della città di Firenze . [Firenze, Bartolomeo dei Libri, 1498].

 

PROBABILE PRIMA EDIZIONE di questo trattato politico sul governo di Firenze, scritto da Savonarola ad istanza del gonfaloniere Giuliano Salviati e pubblicato nei suoi ultimi mesi di vita.

Considerando che Salviati, per il suo secondo gonfalonierato, durò in carica dal 7 di gennaio fino alla fine di febbraio del 1498 e tenendo presente che Savonarola fu arrestato tra l’aprile e il maggio di quello stesso anno, l’edizione di Bartolomeo dei Libri è senz’altro da porsi in quel breve lasso di tempo. Risulta tuttavia difficile stabilire se essa abbia la priorità sull’edizione stampata negli stessi mesi dalla Compagnia del Drago (Societas Colubris).

L’opera comprende tre parti. La prima, dedicata all’analisi delle forme di governo, giunge alla conclusione che l’indole irrequieta dei Fiorentini richieda non il governo di un solo principe, quanto piuttosto un governo collegiale di tipo repubblicano. La seconda parte descrive i danni causati dal principe, qualora questi sia corrotto e malvagio, mentre la terza ed ultima parte discute della repubblica e del ruolo che in essa svolge il Consiglio Maggiore, cui spetta la nomina delle varie cariche municipali.

Girolamo Savonarola, ferrarese, fu educato dal nonno Michele ad una profonda devozione religiosa. Poco più che ventenne compose due poemi sulla corruzione del mondo e della chiesa ( De ruina mundi, 1472 e De ruina ecclesiae, 1475). Nel 1475 entrò nel convento domenicano di San Domenico a Bologna. Dopo gli studi teologici, nel 1482 fu mandato nel convento di San Marco a Firenze come lettore di teologia. Nel 1487 insegnò per un breve periodo nuovamente a Bologna, quindi negli anni seguenti predicò prevalentemente a Ferrara e nel Nord Italia. I suoi sermoni di vennero presto celebri e gli portarono una notevole fama. Nel 1491, probabilmente dietro pressione di Lorenzo de’ Medici, Savonarola tornò a Firenze, dove fu nominato priore del convento di San Marco.

Da quel convento egli decise di riformare l’intera chiesa. La discesa in Italia di Carlo VIII e la conseguente cacciata dei Medici, due eventi da lui visti come giusto castigo divino, furono l’occasione propizia per prendere il controllo politico di Firenze. Grazie al suo intervento presso il re di Francia, che aveva contribuito a sventare il saccheggio della città, il prestigio di Savonarola crebbe enormemente.

Intensificando la sua campagna moralizzatrice con processioni e falò delle vanità, egli riuscì inoltre a influenzare direttamente le scelte del consiglio repubblicano. I suoi nemici cercarono tuttavia l’appoggio di papa Alessandro VI, il quale, più volte criticato dal predicatore nei suoi sermoni, nel 1497 decise di scomunicarlo. La spaccatura in città fra suoi seguaci e suoi detrattori si fece di conseguenza ancora più aspra. La caduta del Savonarola avvenne improvvisamente nell’aprile del 1498, quando una folla invase il convento e lo fece prigioniero. Interrogato sotto tortura, giunse ad ammettere che le sue profezie non erano di ispirazione divina. Nel maggio fu processato e condannato come eretico ad essere impiccato e bruciato in Piazza della Signoria.

Savonarola, autore di numerosissime prediche, sermoni, epistole, profezie, operette devozionali e trattati teologici, seppe fare un uso magistrale dell’illustrazione libraria, che accompagna molti dei suoi testi con intenti chiaramente propagandistici.

 

Descrizione fisica. Un volume in 4to di cc. 20 non numerate, compresa l’ultima bianca. Iniziali incise su fondo nero. L’edizione stampata dalla Compagnia del Drago è sempre in 4to, ma presenta 28 carte non numerate.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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