Classici Italiani
Il primo romanzo sulla mafia - 1961

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

Il primo romanzo sulla mafia - 1961

SCIASCIA, Leonardo (1921-1989). Il giorno della civetta. Torino, Einaudi, (marzo) 1961.

 

PRIMA EDIZIONE del più celebre romanzo di Sciascia, il primo a essere tradotto all’estero e a godere di adattamenti teatrali e cinematografici.

Terminato nel 1960, il racconto trae spunto dall’omicidio del sindacalista Accursio Miraglia, avvenuto a Sciacca nel gennaio del 1947 ad opera della mafia. La figura del protagonista è invece modellata su quella del comandante dei carabinieri di Agrigento, Renato Candida.

È lo stesso Sciascia che in una nota premessa all’edizione coraggiosamente rivela i retroscena mafiosi sottesi alla finzione del romanzo. Esso è tanto più significativo, se si considera che ai quei tempi la letteratura e la stampa tendevano a fornire un’immagine piuttosto vaga della mafia, quando non giungevano addirittura a negarla.

Il romanzo, tinto di giallo, descrive il passaggio, che si andava compiendo proprio in quegl’anni, dal dominio mafioso delle campagne a quello delle città. L’impegno civile e la denuncia sociale impliciti nell’opera sono tratti tipici della personalità dello scrittore siciliano, che accompagneranno tutta la sua produzione letteraria.

Originario di Racalmuto, vicino Agrigento, dopo aver compiuto gli studi magistrali, Leonardo Sciascia s’iscrisse alla Facoltà di Magistero senza tuttavia conseguire la laurea. Nel 1949 cominciò ad insegnare presso le scuole elementari del suo paese natale. Nel 1950 pubblicò il suo primo libro, Favole della dittatura. Negli anni seguenti continuò a scrivere e collaborò con varie riviste nazionali.

Dopo il successo de Il giorno della civetta, nel 1963 pubblicò quello che alcuni considerano come il suo capolavoro, Il Consiglio d’Egitto (Torino, Einaudi). Nel 1966, sempre presso Einaudi, uscì invece il fortunato romanzo poliziesco di ambientazione mafiosa, A ciascuno il suo.

Nel 1967 Sciascia si trasferì a Palermo, dove si creò intorno alla sua figura un piccolo cenacolo di intellettuali. Nel frattempo continuò a collaborare con varie testate nazionali, tra cui “Il Corriere della Sera” e “La Stampa”, e divenne consulente della piccola casa editrice Sellerio. Nel 1974 pubblicò il polemico Todo modo (Torino, Einaudi). Nel 1979 entrò in parlamento tra le fila del Partito Radicale ed fece parte della commissione d’inchiesta sul caso Moro, al quale l’anno precedente aveva dedicato un piccolo pamphlet nato dalla lettura delle lettere del politico assassinato. Nel 1986 terminò il suo mandato parlamentare. Malato di tumore, morì a Palermo nel 1989.

 

Descrizione fisica. Un volume in 16mo di pp. 136, (4). Dalla collezione “I Coralli”. Legatura illustrata in mezza tela con fascetta editoriale e acetato protettivo.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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