Italian Classics
La scoperta della circolazione polmonare - 1559

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

La scoperta della circolazione polmonare - 1559

COLOMBO, Realdo (ca. 1510-1559). De re anatomica libri XV. Venezia, Nicolò Bevilacqua, 1559.

 

PRIMA EDIZIONE. Realdo Colombo fu dapprima studente, quindi assistente e infine successore del grande Andrea Vesalio. Mentre aiutava il maestro nella preparazione e nella stesura del De humani corporis fabrica, maturò il progetto di un’opera analoga, ma ancora più completa ed esaustiva di ogni aspetto dell’anatomia. Vi dedicò quattordici anni, durante i quali acquisì grande reputazione grazie all’esperienza maturata nella dissezione, nella vivisezione, nell’autopsia e nella pratica chirurgica.

Colombo fu uno dei primi anatomisti che si permise di criticare e correggere Vesalio non sulla base dell’autorità dei classici, ma dopo aver sperimentalmente verificato effettivi errori anatomici commessi dal maestro. Durante pubbliche letture tenute presso gli Studi di Padova, Pisa e Roma, egli presentò numerose correzioni e scoperte aggiuntive all’opera del maestro.

Di grande importanza nel trattato è la parte (liber VII) dedicata al circuito polmonare, ossia alla circolazione del sangue nel suo passaggio attraverso i polmoni dal ventricolo destro a quello sinistro. Benché questo fenomeno fosse già stato descritto da Michele Serveto nel 1553 all’interno del trattato teologico Christianismi restitutio e da Juan Valverde nel 1556 nella sua Historia de la composiciòn del cuerpo humano, non vi è dubbio che Colombo giunse a questa scoperta in piena autonomia sulla base delle sue osservazioni anatomiche. In ogni caso le sue conoscenze riguardanti il funzionamento del cuore, dei polmoni e delle arterie furono superiori a quelle dei due colleghi sopra menzionati. Lo stesso W. Harvey nel De motu cordis riconobbe apertamente i meriti del Colombo.

Questi, originario di Cremona, figlio di un farmacista, studiò medicina a Padova. Dal 1542 ricoprì saltuariamente la cattedra di anatomia al posto dell’assente Vesalio, del quale nel 1544 raccolse stabilmente la successione. Tra il 1546 e il 1458 insegnò a Pisa, quindi si trasferì a Roma, dove conobbe Michelangelo Buonarroti, che avrebbe dovuto disegnare le tavole anatomiche per la sua opera. Nel 1556 eseguì la dissezione del cadavere di Sant’Ignazio di Loyola. Morì a Roma nel 1559.

 

Descrizione fisica. Un volume in folio di pp. (8), 169 [recte 269], (3). Bellissimo frontespizio xilografico (variamente attribuito a Tiziano, Giuseppe Porta e Francesco Salviati), raffigurante una scena di dissezione anatomica compiuta dal maestro di fronte ai suoi allievi. La prima tiratura di questa edizione presenta una dedica di Colombo a papa Paolo I V. In seguito alla morte dell’autore e del dedicatario, che avvenne mentre la stampa era ancora in corso, la prima dedica venne sostituita con una nuova indirizzata dai figli del Colombo a Pio IV. Nel 1562 l’opera fu ristampata a Parigi, in formato 8vo, da tre tipografi diversi: Gilles Gilles, André Wechel e Jean Foucher.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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