Italian Classics
Il primo atlante anatomico con figure a grandezza naturale - 1823-1831

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

Il primo atlante anatomico con figure a grandezza naturale - 1823-1831

MASCAGNI, Paolo (1755-1815). Anatomia universa. Pisa, Nicolò Capurro (coi tipi di Firmin Didot), 1823-1831.

 

PRIMA EDIZIONE del più imponente e sontuoso atlante anatomico pubblicato fino a quella data.

A partire dal 1801 Mascagni, allora docente a Firenze, affidò al pittore Antonio Serantoni il compito di disegnare ed incidere delle tavole anatomiche del corpo umano a grandezza naturale e nelle due vedute, anteriore e posteriore, che avrebbero dovuto formare un’opera grandiosa, ossia una Grande anatomia del corpo umano.

Dopo la sua morte prematura, il fratello e il nipote del Mascagni affidarono la stampa di tutte e quarantaquattro le tavole, che nel frattempo Serantoni aveva terminato, al medico Francesco Antonmarchi. Questi tuttavia, comportandosi in modo scorretto, si appropriò indebitamente della paternità delle tavole, facendone pubblicare una parte a suo nome (Planches anatomiques du corps humain exécutées d’après les dimensions naturelles, Parigi, 1823-‘26).

Ne nacque una causa, in seguito alla quale l’Antonmarchi fu sconfessato e tutto il materiale originale del Mascagni fu affidato a tre professori dello studio pisano, Andrea Vaccà Berlinghieri, Giacomo Barzellotti e Giovanni Rosini.

L’opera venne così alla luce tra il 1823 e il 1831 in nove fascicoli. La tiratura rimase molto limitata, visto anche l’altissimo costo del volume, che veniva venduto alla cifra astronomica di 2520 franchi d’oro. Le figure, colorate e contrastate in modo straordinario, raggiungono la grandezza naturale di un corpo umano, se se ne uniscono tre insieme.

Paolo Mascagni nacque a Pomarance nel pisano, ma trascorse la sua infanzia nella casa paterna di Castelletto (oggi ribattezzata Castelletto Mascagni), piccolo borgo del comune di Chiusdino vicino Siena. Frequentò la facoltà di medicina dell’Università di Siena, dove ebbe come docente di anatomia P. Tabarrani, laureandosi nel 1778. Pochi mesi dopo fu nominato assistente del maestro. Nel 1780, alla morte di quest’utimo, fu incaricato della lettura ordianria di anatomia. In quegl’ultimi anni egli si interessò soprattutto al sistema dei vasi linfatici, inviando nel 1784 all’Académie des Sciences di Parigi una memoria, che poi pubblicò nello stesso anno a Siena con il titolo Prodrome d’un ouvrage sur le système des vaisseaux lymphatiques. L’opera maggiore, frutto del completamento delle sue ricerche, apparve tre anni dopo in latino ( Vasorum lymphaticorum corporis humani historia et ichnographia).

Amico di Felice Fontana, che aiutò ad approntare alcune preparazioni anatomiche per il Museo di fisica e storia naturale di Firenze, Mascagni si interessò anche di mineralogia ed agricoltura.

Dopo l’arrivo delle truppe napoleoniche, egli passò alcuni anni molto difficili, nei quali subì vari processi e fu più volte arrestato. Al termine di queste vicende, nel 1801 fu nominato professore di anatomia a Pisa, ma gli fu imposto di tenere i suoi corsi a Firenze. Dopo il 1807, sempre a Firenze, insegnò anche anatomia pittorica presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1811 divenne socio corrispondente dell’Istituto delle scienze di Parigi. Morì improvvisamente a Castelletto il 19 ottobre del 1815, prima di riuscire a portare a termine la sua Grande anatomia.

 

Descrizione fisica. L’opera si compone di una parte di testo in folio piccolo di pp. (4), X, 250, 162, (6) e da un atlante in folio massimo, formato da un occhietto, un frontespizio inciso, una dedica e da 44 tavole stampate a colori e poi rifinite a mano, accompagnate da altrettante copie al tratto. Le tavole sono generalmente sciolte e conservate in astuccio.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






Back
TOP