Italian Classics
La proprietà privata come fondamento della libertà giuridica - 1841-1845

Data 01/12/2020       Categoria Italian Classics
Autore Admin

La proprietà privata come fondamento della libertà giuridica - 1841-1845

ROSMINI SERBATI, Antonio (1797-1855). Filosofia del diritto. Milano, Tipografia Boniardi-Pogliani, 1841-1845.

 

PRIMA EDIZIONE di questa trattazione monumentale che al suo apparire ebbe vasta eco, trovando positiva accoglienza soprattutto presso gli ambienti liberali.

Considerando la filosofia del diritto come una scienza della giustizia, Rosmini pone in relazione il diritto con l’etica e l’eudemonologia, ossia con il dovere morale e con la naturale aspirazione dell’uomo verso la felicità. Egli individua poi nella proprietà privata il fondamento della libertà giuridica e fa discendere da essa tutti gli altri diritti specifici, individuali e sociali.

Originario di Rovereto, Antonio Rosmini Serbati studiò teologia presso l’Università di Padova e nel 1821 fu ordinato sacerdote. Cinque anni dopo si trasferì a Milano, dove divenne intimo di Alessandro Manzoni, a cui fu presentato dal comune amico Niccolò Tommaseo.

Nel 1828, ritiratosi sul Sacro Monte Calvario, vicino Domodossola, vi fondò l’Istituto della Carità, per il quale nello stesso anno redasse le Costituzioni, che furono poi approvate da papa Gregorio XVI nel 1839.

Nel 1832 divenne parroco della chiesa roveretana di San Marco, dedicandosi alla fondazione e alla cura di una congregazione femminile (le Maestre Rosminiane), impegnata principalmente a fornire istruzione negli asili e negli orfanotrofi.

Sospettato dal governo austriaco, nel 1836 decise di lasciare il Trentino e di stabilirsi a Stresa, in Piemonte, dove sarebbe rimasto per il resto della sua vita. Nel frattempo il suo Istituto, grazie anche all’appoggio di Carlo Alberto, si diffuse in Inghilterra e in America e la sua filosofia, affidata a numerose pubblicazioni, suscitò ampie discussioni in Italia e all’estero, divenendo materia di insegnamento universitario. Egli si volse soprattutto contro il sensismo e l’empirismo, ma riservò aspre critiche anche all’idealismo tedesco. Fra i suoi più acerrimi avversari ebbe Vincenzo Gioberti, con il quale scambiò vari scritti polemici.

Pur avendo un temperamento ascetico, Rosmini prese parte attiva alla politica e si fece promotore della riforma della Chiesa, dando il suo appoggio all’attività riformistica di Pio IX. Nel 1848 fu mandato in ambasceria a Roma da parte del governo piemontese per indurre il papa ad entrare in guerra contro l’Austria. La sua missione fallì e con grande dolore egli vide condannate all’Indice dei libri proibiti due delle sue opere più audaci, La costituzione secondo la giustizia sociale e Le cinque piaghe della Chiesa, scritte molti anni prima, ma pubblicate solamente nel 1848. Si spense a Stresa nel luglio del 1855, assistito sul letto di morte dall’amico Manzoni.

Rosmini è stato, insieme a V. Gioberti, il più influente pensatore della fase eroica del Risorgimento italiano. Nel 2007 la Chiesa cattolica ha deciso di beatificarlo.

 

Descrizione fisica. Due volumi in 8vo di pp. 802, (2) + pp. 998, (2). L’opera uscì in undici fascicoli fra il 15 dicembre 1841 e il 20 febbraio 1845. Brossura editoriale.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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