Classici Italiani
Un galileiano anti-galileiano - 1638

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

Un galileiano anti-galileiano - 1638

BALIANI, Giovanni Battista (1582-1666). De motu naturali gravium solidorum . Genova, Giovanni Maria Ferroni, Nicolò Pesagno e Pier France-sco Barbieri, 1638.

 

PRIMA EDIZIONE di questo breve trattato che cominciò a circolare alcuni mesi prima che arrivassero in Italia da Leida le prime copie, fresche di stampa, dei Discorsi e dimostrazioni matematiche di Galileo Galilei. Il fatto che due libri, riguardanti lo stesso argomento – il moto della caduta dei gravi – e prossimi anche nelle conclusioni, fossero apparsi a così breve distanza l’uno dall’altro, suscitò ampie discussioni nel mondo scientifico del tempo.

Baliani era in contatto epistolare con Galileo già da molti anni e lo aveva conosciuto personalmente nel 1615. Nei mesi immediatamente successivi l’uscita dei due testi, i due continuarono a scriversi con attestazioni di reciproca stima. A un certo punto però la loro relazione si interruppe. Quando Baliani seppe infatti che Galileo era in grado di dimostrare l’uguaglianza dei gradi di velocità al termine dell’inclinata e della perpendicolare, egli si avvide di alcune incongruenze del proprio testo e della possibilità di giungere alla stessa dimostrazione per altre vie. Scrisse quindi a Galileo che si era accorto di un grave errore del suo libro dovuto alla noncuranza del tipografo e che avrebbe presto mandato all’amico una nuova copia del proprio opuscolo corretta e con l’aggiunta di una breve appendice (per altro non attestata nei pochi esemplari superstiti).

La risposta che inviò Galileo è andata perduta, ma è logico supporre che le ambiguità del Baliani gli dovettero risultare poco gradite. Il rapporto fra i due, in ogni caso, cambiò radicalmente. Baliani, che fino a quel momento, pur sottolineando sempre la propria indipendenza, aveva riconosciuto certi suoi debiti verso il maestro, si volse contro Galileo.

Nel ristampare il proprio trattato nel 1646 (De motu naturali gravium solidorum et liquidorum, Genova), egli ne fece non solo un’opera nuova, di molto ampliata e comprendente anche la fisica dei liquidi, ma ne ribaltò in parte i risultati in aperta polemica contro il metodo sperimentale di Galileo. Egli si schierò in sostanza con il gruppo di scienziati, come Niccolò Cabeo, Honoré Fabri e Marin Mersenne, che in quegl’anni andava aspramente attaccando la teoria del moto dei gravi espressa dall’ormai defunto Galileo.

Al di là di questa intricata vicenda, le due edizioni del trattato del Baliani, pur nell’ambiguità dei risultati, rimangono opere di alto valore scientifico e testimoniano delle ricerche sperimentali condotte dall’autore.

Giovanni Battista Baliani, genovese, figlio di un senatore delle repubblica, fu avviato alla carriera politico-amministrativa. Nel 1611 fu nominato prefetto della rocca di Savona, nel 1623 governatore di Sarzana e dall’anno successivo divenne membro del senato genovese. Nel 1647 tornò a Savona in qualità di governatore.

A fianco dell’attività politica, Baliani trovò modo di coltivare i propri interessi scientifici. Nel 1613, tramite F. Salviati, entrò in contatto epistolare con Galileo. Nel 1615 si recò a Firenze per conoscere personalmente il già celebre scienziato, il quale, impressionato dalle qualità del Baliani, lo propose a Federico Cesi per l’iscrizione all’Accademia dei Lincei. A Firenze Baliani conobbe anche Benedetto Castelli, con cui rimase in rapporti anche negli anni seguenti.

Nel 1630 Baliani affrontò brillantemente il problema della pressione atmosferica, giungendo a conclusioni simili a quelle cui pervenne Cartesio, ad Amsterdam, circa il problema del peso dell’aria. In questo egli superò anche Galileo, che era rimasto ancorato all’opinione di Erone.

Poco prima che la morte lo cogliesse a Genova nel 1666, Baliani fece in tempo a pubblicare, con il titolo Opere diverse, i suoi scritti minori, che comprendono cinque dialoghi filosofico-scientifici, un trattato sulle Lettere di cambio e vari testi di ottica, logica, meccanica, ecc.

 

Descrizione fisica. Un volume in 4to di pp. 44. In alcuni esemplari le pagine numerate sono 43 e il verso dell’ultima pagina è bianco.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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