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In ricordo di due librai torinesi

Data 18/12/2022       Categoria Articoli e pubblicazioni
Autore Admin

In ricordo di due librai torinesi

Questa settimana ci hanno lasciato due storici librai di Torino, Giovanna Spagarino Viglongo dell’omonima Libreria Antiquaria, e Valter Cicolini, primo titolare della Libreria Antiquaria Piemontese. Pubblichiamo qui un commosso ricordo di entrambi.



In memoria di Giovanna Spagarino Viglongo

di Alessandro Santero (Libreria Antiquaria Coenobium)

All’età di 99 anni ci ha lasciato Giovanna Spagarino Viglongo, titolare, insieme alla figlia Franca, dell’omonima libreria, una degli ultimi testimoni di quella Torino che, a partire dalla lotta antifascista, ha saputo costruire e diffondere i valori civili alla base dell’Italia attuale, tenendo sempre intimamente uniti il fare politico e partecipativo alla necessità di una continua e profonda attività culturale. Giovanna conobbe Andrea Viglongo, sodale di Antonio Gramsci e amico di Piero Gobetti, nel 1937. Un breve ma efficacissimo sunto di quanto successe in quei tempi viene raccontato dalla protagonista in una vecchia edizione della Guida ragionata alle librerie antiquarie e d’occasione d’Italia, scritta da C. M. Messina e pubblicata da Robin Edizioni nel 2003: “…Quando ci siamo incontrati io avevo quattordici anni e Andrea trentasette… Poi sono successe tante cose ma è così che ho trascorso la vita tra i libri... In quel periodo, era il 1937, Viglongo si occupava di Via Cernaia e Giovanna di un piccolo commercio di scolastici usati. Poi ci fu bisogno di un magazzino, che nel tempo si è ingrandito occupando androni, sottoscala, cortili. Ma la storia comincia quando Andrea, figlio di Natale, bidello della scuola Pacchiotti e amico di Piero Gobetti, figlio del droghiere, accompagnava Gramsci, suo maestro, per le strade di Torino verso la redazione di Ordine Nuovo. Poi l’impegno politico, l’Avanti, le posizioni critiche, l’espulsione dal Partito di cui nel ’21 aveva partecipato alla fondazione, il carcere. Comunque nel novembre del ’44 nasce la casa editrice: …Un giorno in libreria, un tipografo si mette a raccontare che gli eredi di Salgari stavano cercando di vendere i diritti. Riusciamo a contattarli, riusciamo a farci prestare i soldi e firmiamo il contratto. Facciamo partire la casa editrice e mio marito viene arrestato di nuovo! Io ero giovanissima e sola allora lui mi scriveva dal carcere: fai così e così… Ci voleva passione, e io l’ho avuta.”

Queste poche parole basterebbero a rendere l’idea di uno stile e di un modo di intendere questo mestiere in maniera più etica che epica, ma, per chi ha avuto modo di frequentare il grande magazzino di Via Genova a Torino, magari per andare a ritirare di persona gli acquisti dai cataloghi Viglongo (inconfondibili nella veste e ricchi di titoli mai banali), quel luogo ispirava anche molto d’altro…, rendeva fisicamente il senso di quanto il libro, i nostri libri, salvati dal tempo e da mille disgrazie di origine umana, naturale o culturale, possano essere forti, anzi, per usare un termine oggi tanto in voga: “resilienti”. Il grande fondo, durante la guerra, aveva subito i bombardamenti, i conseguenti incendi e gli altrettanto conseguenti spegnimenti… In molti casi rimanevano evidenti segni di questi tragici eventi, eppure, in quel luogo, tra quelle mani, i danni che normalmente sviliscono l’oggetto dei nostri comuni desideri avevano qualche cosa di diverso, come se i libri, le gore, gli strappi si mescolassero alla vita e alle storie di chi li aveva salvati e conservati rendendoli unici, epici ma, soprattutto, etici.



In memoria di Valter Cicolini

di Roberto Cena (Libreria Antiquaria Il Cartiglio)

L'Alai mi ha chiesto di scrivere la commemorazione del nostro amico e collega Valter Cicolini, cofondatore con la moglie della Libreria Antiquaria Piemontese. Scrivo queste righe sentendomi onorato, un pò commosso, anche verso la moglie Angela Laurella, colei che se avesse potuto avrebbe risposato “al mè Valter” almeno venti volte tanto lo ha amato, e verso i figli, i nostri amici e colleghi Marco e Stefano. Valter Cicolini è stato il primo librario antiquario dal quale ho comprato un libro antico. Avevo appena compiuto 19 anni e mi trovavo nella necessità di vendere alcuni antichi editti camerali. Con un amico girai Torino per qualche giorno entrando in tutte le librerie antiquarie del tempo in città. Debbo dire che l’accoglienza di quelli che sarebbero poi diventati i miei futuri colleghi non fu delle più incoraggianti, tutti tranne uno, Valter Cicolini, il quale non mi comprò nulla ma mi trattò con grande gentilezza e cordialità. Non l'ho mai dimenticato. Pochi giorni dopo tornai con mio padre, Valter stava scaricando delle scatole piene di libri antichi comprati, se non ricordo male, nel castello di Rinco Monferrato. Mio padre mi ordinò di scegliere e comprare dei libri che poi lui avrebbe provato a rivendere a un suo cliente di numismatica. Io non avevo mai visto un libro antico in vita mia, ma eseguii l’ordine affidandomi alla mia sensibilità e soprattutto a quell’indicibile emozione e curiosità che provavo aprendo quelle scatole e vedendo quelle meraviglie. Fu il mio inizio. Lì scattò quella corrispondenza di amorosi sensi con i libri antichi che non mi abbandonò più. Ho frequentato Valter negli anni d’oro del nostro mestiere, anni in cui i nostri negozi brulicavano di collezionisti, faccendieri, runner internazionali, dove i libri e il denaro si muovevano all’unisono e con una velocità impressionante. Eravamo tutti convinti che il mercato sarebbe salito all’infinito, l’inflazione viaggiava nell’ordine del 20% con i Bot che rendevano fino al 18%. Dopo le 17 del pomeriggio le librerie antiquarie si riempivano, cosi anche il piccolo negozio di Valter allora in via dei Mercanti; gli abituè erano famelici di compiere qualche buon acquisto e facevano il giro da tutti. Erano anni in cui la competizione tra noi librai era feroce, e Valter la pativa, non aveva quel carattere. Era un tempo in cui erano presenti sul mercato varie generazioni di librai e di diverso lignaggio, da quelli giovanissimi e arrembanti come me a quelli dell’età di Valter che avevano aperto da pochi anni, credo lui fosse sulla quarantina all’epoca ed eravamo a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, a coloro usciti dalla drammaticità del periodo post bellico e dalla sua sopravvivenza economica, personaggi meravigliosi da caffè torinese, abilissimi e svegli come nessuno, penso ai librai Caramellino o Luigi Zini, in coabitazione nel mercato con librerie storiche centenarie o di alto livello come i Bourlot, i Pregliasco o, da meno tempo, i Soave. Un coacervo meraviglioso di opportunità e frequentazioni. Anni in cui si vedevano in città personaggi come Lia Hadler, Stephanie Hoppen e i librai di mezzo mondo. Era un mercato in tumulto continuo. Credo che Valter sia stata la persona più coerente alla sua totale incoerenza che io abbia conosciuto; era incoerente con la realtà del mercato e con le sue implacabili dinamiche; solo Angela era l’alchimista degli equilibri, una donnina minuta e gentile che dietro quel bancone, se percepiva il pericolo per “al mè Valter” o per la sua famiglia, si trasformava in un giaguaro, tenace come una roccia. Un episodio tra i tanti: un anno Valter pubblicò un meraviglioso catalogo di storia locale, all’epoca l’argomento si vendeva meglio dei mitici pandori di Ghigo per cui oggi fanno la fila, i prezzi a cui mise i libri li ritenni passibili di un rialzo considerevole e quindi mi precipitai proponendo di comprare tutto il catalogo con il 20% di sconto, mi disse no, proposi il 10, mi disse no, proposi tutto a prezzo pieno e mi ridisse di no. Voleva vendere ai suoi clienti privati non ad un mercante. Valter era così, lo detestai quella volta ma lo stimai, anche perché non so quanti avrebbero avuto quel coraggio di dire no alla vendita in blocco di un catalogo importante senza alcuno sconto. C’era un altro luogo magico per noi librai di quel tempo a Torino, piazza Carlo Alberto, sotto il porticato cerano delle bancarelle di libri che, non infrequentemente, proponevano anche libri antichi e noi come falchi le setacciavamo quotidianamente, era quindi un modo per ritrovarsi tra colleghi. Anche Vater la frequentava, ma non il sottoportico dove noi si faceva a cazzotti per comprare l’affare del momento. Valter invece frequentava nella piazza, quotidianamente, un libraio di cui era diventato amico, il cui soprannome era “al brasot” perché aveva perso un braccio in guerra. Tra i due il sodalizio era improntato al più cupo pessimismo di cui entrambi soffrivano, tracciando insieme ogni più improvvida previsione di qualunque natura, ma Valter dichiarava e rideva di questa sua personale inclinazione pessimistica e questo me lo rese sempre particolarmente simpatico e credo contribuì ad accrescere quella sorta di affetto che ho sempre sentito per lui e la sua famiglia. Valter improvvisamente uscì dal mercato più di venticinque anni fa, lasciando Angela e i figli a gestire la prima linea, mentre lui si ricavò più un ruolo da studioso, compilatore di cataloghi, frequentatore di altri mondi come quello dei cercatori di antiquariato. Credo cercasse un ruolo in cui si potesse sentire libero di essere com’era, e al di fuori di quelle competizioni che non aveva mai amato. L’ho rivisto poche volte in questi ultimi anni, con la sua ormai decrepita Volgswagen Jetta amaranto, il solito trench grigio chiaro di qualità, i suoi golfini di lana sottile e la solita ironia, a volte ci siamo incrociati in qualche mercato rionale a fare la spesa cosa che adoravamo fare entrambi, e Valter, nonostante l’età ormai avanzata, era sempre Valter. A seguito della sua scomparsa in questi giorni oltre a un profondo dispiacere ma anche dolcezza del ricordo, ho constatato che dopo i colleghi Soave, considerati unanimamente come immortali, credo di essere il decano dei librai antiquari torinesi. Quell'allora diciannovenne ora ne ha quasi 66 di anni, ma non sarei così felice della mia vita senza questa passione crescente per i libri antichi, e sono convinto che forse non sarebbe stato cosi se quel giorno di tanti anni fa nella libreria Piemontese di Valter Cicolini e di Angela Laurella, quei libri che tanta emozione mi suscitarono, un' emozione diventata il lavoro della mia vita, non mi fossero stati presentati da un uomo profondamente gentile, quanto a volte scorbutico, pessimista ma ironico, irrazionale quanto sensibile e onesto: insomma, Valter Cicolini.






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