Classici Italiani
La prima distinzione fra montagne primarie e secondarie - 1740

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

La prima distinzione fra montagne primarie e secondarie - 1740

MORO, Antonio Lazzaro (1687-1764). De’ crostacei e degli altri marini corpi che si trovano su’ monti libri due. Venezia, Stefano Monti, 1740.

 

PRIMA EDIZIONE di questo importante studio sui depositi fossili, nel quale per la prima volta il problema della loro origine e del loro sviluppo fu inserito nel più ampio contesto della tettonica terrestre e della formazione delle montagne.

Moro, prendendo spunto dai precedenti lavori di N. Stenone, L. Marsigli e A. Vallisnieri, giunse a considerazioni di sorprendente modernità, dando prova di grande spirito critico ed intuito scientifico. Egli distinse con chiarezza fra montagne vulcaniche e montagne sedimentarie, ossia fra montagne primarie (ortogneiss), frutto dell’attività eruttiva della terra quando la sua crosta era sommersa dalle acque, e montagne secondarie (paragneiss), formatesi in superficie.

La presenza dei fossili si giustifica quindi con l’affioramento di terre anticamente sommerse, che nel loro emergere portano con sé antichi organismi marini fossilizzati. Moro fu un “plutonista”, ossia rispetto agli scienziati così detti “nettunisti”, sostenne la tesi che lo sviluppo geomorfologico dipendesse non dall’azione dell’acqua (inondazioni, diluvi, ecc.), bensì da quella congiunta del movimen-

to sismico e del magma.

Antonio Lazzaro Moro nacque a San Vito del Friuli. Terminati gli studi, compiuti sotto vari precettori, prese gli ordini e fu nominato professore di filosofia e retorica presso il seminario di Feltre, di cui divenne anche direttore. In seguito, a causa della sua precaria salute, fece ritorno in Friuli, divenendo maestro di cappella della cattedrale di Portogruaro.

Morì a San Vito nel 1764.

 

Descrizione fisica. Un volume in 4to di pp. (16), 452. Con VIII tavole calcografiche fuori testo più volte ripiegate. Vignetta in rame sul titolo ed armi del dedicatario, Giovanni Emo, sulla seconda carta preliminare.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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