Classici Italiani
Il primo poeta italiano a conquistare il premio nobel per la letteratura - 1893

Data 01/12/2020       Categoria Classici Italiani
Autore Admin

Il primo poeta italiano a conquistare il premio nobel per la letteratura - 1893

CARDUCCI, Giosuè (1835-1907). Delle odi barbare libri due ordinati e corretti. Bologna, Nicola Zanichelli, 1893.

 

EDIZIONE DEFINITIVA. Nel 1877, presso l’editore Nicola Zanichelli di Bologna, Carducci pubblicò le prime Odi barbare, comprendenti quattordici liriche in metro barbaro o neoclassico. Nel 1882, sempre presso lo stesso editore, uscirono le Nuove odi barbare (venti nuovi componimenti, di cui tre traduzioni da A. von Platen e F.G. Klopstock, seguiti dalla versione in latino e tedesco di quattro odi), infine nel 1889 le Terze odi barbare, contenenti altri venti liriche. Le tre raccolte furono fuse insieme nel 1893 in due libri, per poi passare nell’omonima sezione delle definitive Poesie.

Nell’impossibilità di far coincidere la prosodia del verso italiano con le arsi di quello greco-latino, Carducci cercò con le Odi barbare di ricreare il suono del verso classico attraverso il ritmo del verso italiano. L’operazione era svolta in polemica con i metri tradizionali della nostra letteratura. Per quanto riguarda i temi, il poeta riprendeva i miti dell’antica Grecia e dell’antica Roma, ammantandoli di una vena nostalgica, ma al contempo celebrativa del progresso civile della nazione, senza tralasciare i consueti toni polemici.

Nato a Valdicastello, vicino Pietrasanta nel lucchese, Giosuè Carducci condusse un’infanzia abbastanza serena, fino a quando nel maggio del 1848 la sua casa di Bolgheri fu fatta bersaglio di colpi di fucile, sparati in segno di avvertimento al padre dottore per le sue idee rivoluzionarie. La famiglia si trasferì così nella vicina Castegneto (oggi Castagneto Carducci), quindi l’anno seguente a Firenze, dove il giovane Giosuè fu mandato a studiare nella scuola degli scolopi.

Nel 1853 entrò alla Scuola normale superiore di Pisa, laureandosi tre anni dopo in filosofia e filologia. Prima ancora di prendere la laurea, insegnò per un certo periodo a San Miniato, dove nel 1857 pubblicò le sue prime Rime, che recuperavano lo spirito polemico del gruppo “Amici pedanti”, da lui fondato a Pisa insieme ad altri studenti che si opponevano al cattolicesimo bigotto allora imperante alla Normale. Nel 1858, dopo la morte del padre e del fratello Dante, si sposò e prese a vivere con sé la madre e il fratello minore. In quegl’anni cominciò la collaborazione con l’editore fiorentino Barbera, per il quale appronterà una collana di classici. Nel 1860 ottenne la cattedra di eloquenza presso l’Università di Bologna, che mantenne fino al 1903. Animato da profonda passione politica, deluso dal governo italiano, pur non divenendo mai un socialista radicale, per indole e temperamento Carducci fu sempre piuttosto severo e sarcastico nei confronti della classe politica del suo paese, accusata di eccessivo servilismo nei confronti della chiesa. Il laicismo fu uno dei cardini del suo impegno civile e una costante della sua produzione poetica. Esemplare in questo senso il celebre inno A Satana, pubblicato nel 1865 sotto lo pseudonimo di Enotrio Romano. Questo atteggiamento aspro e dissacratore gli causò non pochi problemi con le autorità.

Rime e ritmi (Bologna, 1899) fu l’ultima raccolta poetica del Carducci prima del silenzio. Gli ultimi anni di vita, segnati da una precoce decadenza fisica, furono solamente allietati dal premio Nobel per la letteratura che gli fu consegnato nel 1906.

 

Descrizione fisica. Un volume in 16mo di pp. (4), III, 230, (2). Brossura editoriale.

F. Govi, I classici che hanno fatto l'Italia, Milano, Regnani, 2010






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