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Il futuro dei librai antiquari

Data 01/12/2020       Categoria Articoli e pubblicazioni
Autore Admin

Il futuro dei librai antiquari

Vorrei prevemente presentare la libreria Malavasi di Milano
Il fondatore Paride Malavasi, libraio dal 1933 al 1975, nel 1940 apre negozio in via S. Tecla, con l'insegna Libreria Malavasi. Negli anni successivi la Libreria Malavasi conosce i bombardamenti del 1943 e la ripresa. Della rinascita, non solo politica ed economica, la libreria vive i momenti intellettuali e culturali, diventando luogo di ritrovo per scrittori, docenti, professionisti. Poi, alla vivacità del dopoguerra subentra la crescita ordinata, come libreria antiquaria con taglio preciso verso temi di scienze, architettura, arte, storia locale italiana, libri di qualità dell' Ottocento ed esauriti del Novecento, nonché il libro antico. Nel 1975, il testimone viene raccolto dai figli, prima Maurizio, poi Sergio e Sandra. La vocazione della libreria è mantenuta nella sua essenza, ma gli eredi procedono ad un consolidamento sostanziale. Dalla seconda metà degli anni '70 progressivamente ampliano e qualificano la presenza nel settore libro antico del XVI-XIX secolo, sino a trasformarlo oggi in uno dei cardini della Libreria. Dalla seconda metà degli anni '80, la libreria pubblica cataloghi, emessi con frequenza annuale agli inizi, fino ai tre all'anno di oggi. Come libreria Malavasi abbiamo inoltre curato l’organizzazione di mostre di libri antichi al Palazzo della Ragione e al Castello Sforzesco di Milano negli anni 1995-2000 Dal 1995 organizziamo la mostra “vecchi libri in Piazza” che, collocata sotto i portici di Piazza Diaz, quest’ anno ha visto la partecipazione di quasi 100 espositori, provenienti da tutta Italia e dall’estero Abbiamo cosi’ superato, in termini di numero di espositori, la manifestazione parigina di Parc Brassens, che precedentemente, con 80 espositori, era il più grande mercato all’aperto del libro antico. Sempre nel 1995 abbiamo creato il sito web Maremagnum.com
Apriamo ora una parentesi e parliamo del mestiere di libraio antiquario.
Fino al XVI secolo, dato che ben poche persone erano in grado di permettersi di sostenere i costi di un manoscritto, il mestiere del libraio, non era particolarmente diffuso.
Occorre arrivare all’invenzione di Gutemberg, nel 1455, per vedere finalmente crescere in maniera esponenziale il numero delle opere, riprodotte sotto forma di testi a stampa
Datano quindi dal 1455 le nuove figure professionali dell’editore e del libraio, anelli essenziali di una catena produttiva che partendo dall’autore riusciva, finalmente a costi più accessibili, a raggiungere il lettore.
La figura del libraio antiquario, più in particolare, ebbe una fenomenale crescita a partire dalla fine del XVIII secolo, quando, grazie anche alla realizzazione di una efficace rete postale, si cominciarono a distribuire i primi cataloghi di libri d’antiquariato.
E’ grazie alla diffusione dei cataloghi infatti, che il numero di librerie antiquarie ha potuto crescere senza sosta, arrivando ai circa 20.000 antiquari oggi presenti nel mondo.
In termini di crescita basterà citare per tutti l’esempio dell’Alai, associazione librai antiquari italiani, che, nata dopo la seconda guerra mondiale, con circa 30 associati, vede oggi assommare il numero dei suoi iscritti a 131 membri.
Il numero crescente delle librerie antiquarie è stato effetto di un grande aumento del mercato, sia in termini di quantità, che in termini di valore.
Se infatti si controllano i cataloghi antiquari, e si confrontano i valori dei libri offerti, depurati dall’inflazione, possiamo vedere come ci sia stata una curva crescente di prezzi a partire dagli anni ’50.
Il presidente della Ilab Anthony Rota diceva che, comperando un libro antico, bastava avere pazienza: se un cliente, infatti, rivendeva nei 6 mesi successivi il libro appena acquistato, doveva scontare una perdita almeno del 30%, ma se aveva pazienza qualche anno, avrebbe potuto rivendere l’opera con bella soddisfazione.
Questa crescita, durata a lungo, oggi si è fermata, almeno nelle modalità che conoscevamo, e sta subendo una trasformazione importante cui voglio accennare.
Il mercato degli anni ’90, e di buona parte del ‘2000, ha visto un ulteriore incremento del tasso di crescita, dovuto all’esplosione dei libri del ‘900 italiano e straniero.
Ciò ha significato un allargamento del mercato a nuovi utenti (collezionisti) e un incremento dei prezzi dei libri (aiutato dal passaggio all’euro), inusuale rispetto al passato e difficile da mantenere rispetto al futuro.
L’andamento ha cominciato a mutare dal 2008. Il mercato si è segmentato. Mentre il settore alto ha sostanzialmente tenuto, perlomeno sul mercato italiano, tutto il settore medio e medio/basso è quasi crollato.
La crisi economica, i costi di esercizio, le difficoltà dei nuovi consumatori, sono fattori concomitanti che hanno provocato il ribasso e che continueranno ad agire.
Non vedo un futuro facile, ma sono convinto che ci siano delle opportunità per chi sappia coglierle. Sempre nei momenti di crisi ci sono opportunità.
Quali ?
Ritengo che tre elementi possano essere considerati molto rilevanti per il futuro: 1) riduzione dei costi d’esercizio; 2) crescita della qualità del servizio; 3) allargamento dei contatti nella distribuzione dei libri proposti. I costi di esercizio sono impliciti nelle sedi delle librerie e negli oneri di gestione. Un certo tipo di posizione elitaria sarà difficile da preservare e dovranno esserci dei sacrifici nell’estetica delle librerie a favore del mantenimento dell’offerta. In poche parole aumenteranno gli studi bibliografici e diminuiranno le librerie con vetrina su strada. La qualità del servizio è indispensabile. Vuol dire conoscenza del libro, capacità di consiglio ai clienti, volontà di creare proposte innovative. La distribuzione dei libri infine, giocherà un ruolo determinante. Non credo che cesserà del tutto la ‘fisicità’ della libreria. Certo però, aumenteranno le alternative (internet). A questo proposito va tenuta ben presente la concorrenza straniera
Credo di poter parlare di internet con cognizione di causa, dato che il sito web Maremagnum.com è attivo da sedici anni.
A fine giugno 2011 Maremagnum può vantare una media superiore alle 200.000 visite al mese, (con punte di 10.000 visite al giorno), una permanenza sul sito di oltre 5 minuti a visita (oltre 6 pagine visualizzate per visita); inoltre, il numero di visualizzazioni di pagine totale supera abbondantemente il milione al mese.
La maggior parte del pubblico che consulta Maremagnum proviene da:
· Italia
· Francia
· Stati Uniti d’America
· Germania
· Spagna

Il nostro bacino di utenza ha raggiunto i 100.000 clienti (italiani e stranieri) registrati e le nostre newsletter raggiungono con successo oltre 60.000 utenti italiani ad invio.

Venendo dal mondo del libro antico, siamo stati gli unici ad affiancare a Maremagnum, anche un sito di informazioni bibliografiche, Marelibrorum.com, con oltre 20.000.000 di titoli on line

Maremagnum poi, non svolge soltanto una funzione commerciale. Ha posto in essere una comunicazione con i propri lettori (e quindi un servizio) basata su rubriche inserite nel sito: posta dei lettori, consigli di lettura, articoli di storia dell’editoria.
Sono innovazioni che aiutano i clienti, qualificano la proposta, hanno riscontro molto positivo su Google.
Vorrei concludere con un accenno al futuro, così come io lo vedo.
Il mercato del libro cartaceo non morirà. Muterà d’offerta. Il settore del collezionismo d’alto prezzo terrà, quello medio e medio/basso si ridimensionerà ancora e soprattutto cambierà distribuzione.
I testi on line saranno inevitabilmente molto presenti nei settori dell’informazione (scienza, tecnica, dizionari, bibliografie, periodici).
L’ e-book avrà uno sviluppo più lento che all’estero, ma crescerà anch’esso.
Dobbiamo attrezzarci e allenarci al cambiamento.
Del resto, il cambiamento sarà, in assoluto, la caratteristica principale del futuro.
Grazie.




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